Non esiste una fonte ideale |
Le opinioni che abbiamo raccolto fra le professioniste della Fondazione Bellisario sul problema energetico dell'Italia sono generalmente concordi su questo punto. “Non esiste un'unica fonte ideale per la produzione di energia elettrica. Solo un mix equilibrato di fonti può dare una valida risposta ai diversi bisogni che l'energia elettrica deve soddisfare”, è il parere di Chiara Caressa, capo della pianificazione di Alpiq Italia, la filiale italiana della nuova società elettrica svizzera, nata dalla fusione della ticinese Atel con la romanda Eos.
“Per limitare la dipendenza del nostro Paese dai combustibili fossili è necessario intervenire su più fronti”, ci dice Emanuela Putoto, responsabile risorse umane di Bettiol, un'azienda molto innovativa nel campo dell'impiantistica sostenibile. “Sarebbe auspicabile che nel nostro Paese, come avviene in quelli confinanti e da cui acquistiamo energia elettrica, venisse approvato un piano di approvvigionamento energetico che comprenda oltre alle energie rinnovabili anche il nucleare”, puntualizza Rosalba Trabalzini, psicologa e autrice del sito per bambini “La mia energia”. Ma c'è anche chi vorrebbe privilegiare invece le “fonti rinnovabili diffuse”, come Annamaria Tripaldi, titolare di uno studio di progettazione che si occupa di efficienza energetica negli edifici residenziali. “Il nucleare rappresenta un'opzione energetica come le altre, con i suoi pro e i suoi contro”, sostiene Nicoletta Marin Gentilini, titolare di un'azienda che si occupa di bioedilizia e arredamento sostenibile. “Ma ci sono Regioni come il Veneto - aggiunge - dove l'installazione di una centrale nucleare potrebbe causare contraccolpi su settori strategici come il turismo o quello dei prodotti tipici”. “Puntare sulle FER è da considerarsi quanto mai un dovere che collima con il più ampio concetto di sviluppo sostenibile”, afferma in una nota Gabriella Chiellino, amministratore delegato di E-Ambiente. Seminario internazionale, X Edizione, 19-20 Novembre, Reggio Calabria Articolo da: Donna, Economia & Potere, 2009 pag.56-59 |
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