A ogni domanda risponde la fonte giusta |
Caressa, da parte sua, mette bene in luce il problema di fondo che caratterizza la produzione e la distribuzione dell'energia elettrica: non tutte le fonti possono coprire tutti i tipi di fabbisogno, che sono “per alcuni versi antitetici”.
La domanda di base, quella più robusta e costante, che deriva soprattutto dalle industrie (80% del fabbisogno nelle economie avanzate), può essere coperta solo dagli impianti più potenti, che hanno tempi più lunghi di accensione e costi di produzione più contenuti, come le centrali a carbone o i reattori nucleari, capaci di funzionare con continuità in qualsiasi condizione. Tra le fonti rinnovabili, invece, solo l'idroelettrico può coprire la domanda di base, mentre fonti come l'eolico o il solare, molto costose e dipendenti dalle condizioni atmosferiche, sono adatte a coprire la domanda di picco, tipica degli orari più congestionati o delle situazioni estreme, ad esempio quando un'ondata di caldo porta ad accendere tutti i condizionatori al massimo. L'esperienza dei blackout nei Paesi dove le fonti rinnovabili sono utilizzate in maniera massiccia, come in Danimarca, dove l'eolico copre il 20% della domanda, ne sottolinea l'instabilità e l'inadeguatezza a coprire il fabbisogno di base. La domanda di picco, oltre che dalle fonti rinnovabili, è coperta nei Paesi industrializzati dalle centrali a gas, più piccole e agili, che si accendono rapidamente e bruciano un combustibile molto caro, considerato di norma inadatto a coprire la domanda di base. È proprio il gas, invece, che in Italia svolge questa funzione fondamentale, tipicamente affidata negli altri Paesi al nucleare e al carbone. In questo senso il nostro sistema elettrico funziona in modo estremamente anomalo rispetto alla norma delle economie avanzate.
Seminario internazionale, X Edizione, 19-20 Novembre, Reggio Calabria Articolo da: Donna, Economia & Potere, 2009 pag.56-59 |